Bibliografia

(1)Per Modica, in generale, K. ZIEGLER, Motyka, s.v., in Paulys Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft, vol. XVI, I, Stuttgart 1933, c. 407; A. DI VITA, Modica, s.v., in EAA, vol. V, Roma 1963, p. 138; G. DI STEFANO, Piccola guida alle stazioni preistoriche degli Iblei, Ragusa 1984, p. 63; IDEM, Modica, s.v., in BTCGI, diretta da G. NENCI e G. VALLET, vol. X, Pisa - Roma 1992, pp. 169-177.

(2)S. MINARDO, Modica antica. Ricerche topografiche, archeologiche e storiche, Palermo 1952 (postumo), pp. 123-125.

(3)A.M. SAMMITO, Modica: l’insediamento castellucciano del Quartiriccio, in Sic. Arch. XXX, 1997, pp. 87-104.

(4)EADEM, Elementi topografici sugli ipogei funerari di Modica, in Archivum Historicum Mothycense 1, 1995, p. 35; EADEM, La chiesa rupestre di Santa Venera a Modica, in Sic. Arch. XXIX, 1996, pp. 185-186, tav. I.

(5)G. ITALIA NICASTRO, Le tombe di Santa Teresa, in Avvenire Economico, Modica, anno IV, 1878, n. 17, parzialmente riportato in MINARDO, Modica antica..., cit., pp. 165-170; A. DE GREGORIO, Iconografia delle collezioni preistoriche della Sicilia, Palermo 1917, pp. 135-136, tav. 139,1-3; un secondo recupero venne eseguito nel 1899: P. REVELLI, Il Comune di Modica, Palermo-Milano-Napoli 1904, pp. 200-201: già lo studioso aveva assegnato al primo periodo siculo la stazione del largo Santa Teresa.

(6)L. PIGORINI, Scoperte paletnologiche nel territorio di Modica in Sicilia, in BPI VII, 1882, pp. 25-27; S. MINARDO, Cava d’Ispica, Ragusa 1905, pp. 75-77; IDEM, Modica antica..., cit., pp. 154-165; DE GREGORIO, Iconografia..., cit., pp. 134-135, tavv. 135-138.

(7)MINARDO, Modica antica..., cit., p. 156; per i materiali di Cava Lazzaro, v. G. DI STEFANO, La collezione preistorica della "Grotta Lazzaro" nel Museo Civico di Modica, in Sic.Arch. 41, 1979, pp. 91-110 e, in particolare, per la Vignazza, p. 93 e nota 18.

(8)Un breve cenno in V.G. RIZZONE, La chiesa rupestre di Cava Ddieri, in Sic. Arch. XXIX, 1996, p. 194, nota n. 2. Nella zona a Sud di Modica e lungo la vallata della Fiumara, si trovano numerosi altri gruppi di necropoli generalmente ascrivibili all’antica età del bronzo: nell’area compresa fra la zona Gisirella e la Cava di Pietro (v. V.G. RIZZONE, Un’anonima chiesa rupestre nell’agro modicano, Modica 1995, p. 32, nota n. 4) e alla Cava Ddieri. Quest’ultima zona fu già investigata da P. Orsi che registrò più di trenta tombe a grotticella artificiale violate ab antiquo e in una soltanto rinvenne una dozzina di scheletri e cinque vasi di corredo; rintracciò, inoltre, resti del relativo abitato castellucciano nel soprastante pianoro della Caitina: P. ORSI, Modica. Necropoli sicula e vllaggio trogloditico bizantino, in NSc 1905, p. 431. La necropoli, in realtà, fu pressoché contemporaneamente segnalata da MINARDO, Cava d’Ispica, cit., pp. 27-28, nota n. 2.

(9)L. GUZZARDI, L’area degli iblei fra l’età del bronzo e la prima età del ferro, in AA.VV., Civiltà indigene e città greche nella regione iblea, a cura di L. GUZZARDI, Ragusa 1996, pp. 21-22 e 28.

(10)Le testimonianze della Cava Ispica meritano di essere riprese singolarmente per le implicazioni che esse comportano. L’insediamento castellucciano di Baravitalla, nel tratto iniziale della valle, continua a sopravvivere nella media età del bronzo (L. GUZZARDI, Nuovi dati sulla cultura di Thapsos nel Ragusano, in ASSO, 1985-1986, pp. 220-223; per il solo insediamento castellucciano, v. G. DI STEFANO - D. BELGIORNO, Cava d’Ispica. Recenti scavi e scoperte, Modica 1983, pp. 17-38.). In contrada Scalepiane, nel tratto mediano della stessa Cava, di recente è stata individuata una tomba a tholos con scodellino, per la quale l’editore propone una datazione alla media età del bronzo (L. GUZZARDI, Una tomba a "tholos" con letto funebre nella Cava d’Ispica, in Natura Mito Storia nel Regno Sicano di Kokalos, Atti del Convegno di Sant’Angelo Muxaro, 25-27 ottobre 1996, in c.d.s.; IDEM, L’area degli iblei..., cit., p. 29, fig. 23); si aggiunge che presso questa tomba se ne trova una seconda, priva, però, dello scodellino ma con l’ingresso rettangolare marginato da una triplice cornice con riquadrature larghe e poco profonde. Un’altra tomba a tholos è nota nel tratto finale di Cava Ispica, in contrada Scalaricotta (A. MOLTISANTI, Ispica (già Spaccaforno). Raccolta di notizie sulla città antica e moderna, Siracusa 1950, p. 18, nota n. 30), recentemente ritrovata (la tomba presenta un ingresso rettangolare in parte devastato, all’interno la pianta è circolare con nicchia arcuata ricavata sulla parete sinistra ad un livello più alto rispetto al piano di calpestio, le pareti sono accuratamente lisciate, il profilo della volta è ad ogiva senza scodellino) poco distante dal principale nucleo necropolare dell’antica età del bronzo: la tomba, tuttavia, si trova isolata in un contesto cimiteriale tardo-antico che verosimilmente sfrutta la necropoli preistorica. Da quel che finora è possibile evincere dai dati a disposizione, l’occorrenza di sparute tombe che tipologicamente possono essere inquadrate fra la media e la tarda età del bronzo in contesti necropolari di età castellucciana è frequente in quest’area. Si pone il problema di una continuità d’uso delle tombe del bronzo antico ed anche di un eventuale attardamento della cultura castellucciana; in tal caso queste poche tombe si potrebbero interpretare come il frutto di una limitata ricezione di modelli esterni in un contesto ancora legato alla cultura castellucciana.