Riflessioni sull’estetica musicale:tributo ad un artista ibleo
Saggio-recensione de La Sicilia musicale
Paolo Altieri a Scicli?
Il concerto di Alba Assenza: la musicista ritorna sulla scena dopo 22 anni
Presentato a Scicli il progetto discografico sulle musiche cameristiche di Borrometi
Due serate musicali al Centro Studi "F. Rossitto"
Musica in dis-uso.
 
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Paolo Altieri a Scicli? di Dario Adamo

 

La storia della musica iblea, sia quella colta che la popolare, vive oggi una sentita voglia di riscoperta. Purtroppo questa esigenza nasce in un’epoca che ne segue una lunghissima di profondo disinteresse. I documenti e la viva tradizione si è ormai quasi del tutto irrimediabilmente perduta. La musica popolare ha avuto timide operazioni di ricerca non continuativa e la globalizzazione, termine di recente coniazione ma di operatività ben più longeva, avanza inesorabilmente trovando i ricercatori attuali di fronte ad una missione disperata per il recupero di tale corpus. Per quanto riguarda il naufragio dei documenti cartacei, ai disastri naturali e agli eventi bellici si aggiungono la razzia degli archivi conventuali e l’immotivata gelosia dei privati nel mettere a disposizione del degli studiosi il superstite.

La presente comunicazione riguarda tre eccezionali documenti settecenteschi, che salvo smentita, riguardano da vicino la città di Scicli. L’oggetto delle nostre attenzioni è la produzione del compositore napoletano Paolo Altieri. Nato nel capoluogo partenopeo nel 1745 e diplomatosi ‘Maestro di Cappella’ presso il locale Conservatorio, si stabilì nel 1766 a Noto. Qui, dove la morte lo coglierà nel 1820, divenne maestro di cappella di tutte le chiese netine e aderì nel 1795 all’Accademia dei Trasformati. Parte della produzione di Altieri pervenne, tramite fra’Gaetano Rosano (dell’eremo di S.Corrado), al vescovo di Noto Giovanni Blandini. Per esso, infine, il fondo giunse alla locale biblioteca comunale. In esso musica sacra, ma anche profana: il suo valore documentario inestimabile. Nel 1913 l’allora bibliotecario, Domenico Russo, compilò ed editò un’inventario dei 154 volumi di cui il fondo si compone, distinguendo le composizioni del Maestro da quelle altrui. Solamente quando l’annosa questione del trasferimento della Comunale in altra sede verrà risolta, si potrà procedere al prezioso espletamento catalografico dello stesso fondo (già in passato oggetto di due tesi di laurea date presso l’ateneo catanese). Tra le composizioni di Altieri, tre ci riguardano più da vicino: secondo il Russo tre oratori dell’Altieri, chiamati dalla stesso semplicemente ‘dialogo a 4 voci’, sarebbero stati eseguiti a Scicli sul finire del Settecento. Il sogno di Nabucco (1779) e Davide trionfante (1769) sarebbero stati cantati a Scicli nel 1783, mentre L’Abramo (1768) lo sarebbe stato nel 1786 in occasione delle feste di S.Bartolomeo. In essi la matrice meridionale (l’operismo napoletano) è palese, ma lo è anche lo sguardo al classicismo con residui barocchi. Lo schema degli oratori - per i profani potremmo definirli delle piccole opere liriche sacre - vede una sequenza, più o meno lunga, di alternanze tra recitativo e aria (nell’ultima coppia l’aria è sostituita da un concertato finale col concorso di tutti i quattro i cantanti). Purtroppo non è stato ancora possibile accertare da quale fonte storica Russo abbia desunto il luogo e la data di esecuzione dei tre oratori, ma è certo che essi rivestono un’importanza rilevante, se non per la storia di Scicli, per tutta la cultura iblea. Pertanto, oltre ad auspicare la suddetta catalogazione moderna (a cui seguirebbe un catalogo cartaceo e/o informatico) del fondo notigiano, ci auguriamo che nasca una curiosità sia nei cultori musicali che negli amministratori sciclitani e che presto si possa assistere ad riproposta, per altro non eccessivamente onerosa - quattro cantanti e una piccola orchestra - di questi oratori.